21 maggio 2017

Infantili per qualche minuto

Forse non sono normale. Ascolto molta musica, di ogni genere. Non soltanto quella commerciale. Non soltanto quella che offre la radio in seguito ad un pagamento da parte della casa discografica. Addirittura molte canzoni le ascolto con qualche anno di anticipo rispetto a questo pagamento.

Quello che mi fa sentire strano è il fatto che non impazzisco dietro alle filastrocche estive come fanno gli altri. Forse non ho orecchio? Invece le orecchiece le ho, anzi ho pure il naso.
Sarà forse perché nella mia testa non c'è spazio nemmeno per i capelli, figuriamoci per le hit. Che poi non so come fanno a chiamarle hit se per tanti anni prima le cantava un artista di strada alla stazione per pochi spiccioli.

Purtroppo in molti casi ciò che rende ricchi e famosi non è l'originalità ma il plagio. Molte hit nascono in strada e muoiono in tribunale.
La hit di Club Dogo che era una semplice traduzione di una canzone di Locomondo può passare inosservata. Ma Gangsta's Paradise di Coolio che fu una copia identica di Pastime Paradise di Stevie Wonder e successivamente fu copiata pure dai Blue e spacciata come Curtain Falls non passa inosservata.

E Despacito invece? La canzone di Luis Fonsi e Daddy Yankee sembra originale. Semplice, ritmica e fluida. Assomiglia ad una filastrocca infantile. Infatti, ogni volta che si ascolta fa venire in mente:
Giro giro tondo
Casca il mondo
Casca la terra
Despacito

Le canzoni evergreen, quelle che io chiamo pregiate, di solito non riscuotono l'impatto dei tormentoni.
Il segreto sta proprio nell'infantilità delle filastrocche di questi tormentoni.
Il loro successo si basa sul risveglio del bambino che c'è in ogni ascoltatore. Per un attimo si stacca la spina ai problemi e ci si rilassa con delle melodie semplici. In una società frenetica e stressante quel bambino non vede l'ora di essere svegliato per divertirsi.
In buona parte della società quel bambino e già sveglio e preferisce che quel attimo non finisca.

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