18 agosto 2018

Ghosting

Lo confesso già da subito, questo termine mi fa schifo. Ma a quanto pare, diventare dei fantasmi sta diventando una tendenza. Il sito di appuntamenti Plenty of Fish, non avendo altro da fare, decise di fare un sondaggio. Ha rilevato che su un campione di 800 utenti fra i 18 e 33 anni, l’80% di essi ha subito un’esperienza di ghosting.

Secondo altre fonti  il fenomeno si presenta nel 50% degli intervistati. Comunque in ogni caso sembra si tratti di un vero trend. Per me rimane sempre un derivato della vigliaccheria.

Spesso il ghosting viene visto come l’esito di stili di attaccamento disfunzionali, come la soluzione nelle relazioni affettive sbagliate.
In ogni caso, per quanto sia sbagliata una relazione, non credo che sparire sia salutare quanto il dialogo. Rifiutare una persona non è amore. Né per l'altro e nemmeno per sé stessi. Assolutamente no!

Il dolore emotivo, quando viene sperimentato tende a creare degli schemi da replicare. Chi subisce il ghosting tende a diventare un ghoster a sua volta. Come si può dire di stare bene avendo provocato del dolore a qualcuno? Nonostante questo comportamento faccia male viene addirittura consigliato da alcuni psicologi.

Un po' come se il WC si intasasse e l'idraulico, invece di impegnarsi ad aggiustarlo, vi consigliasse di non cagare più. Un po' come non cucinare più perché il forno è rotto oppure abbandonare il cane perché è malato.

Ma invece nei confronti di una persona viene consigliato di abbandonarlo, di rompere il rapporto. Questi psicologi mi fanno venire in mente quei meccanici furbi che quando portavi l'auto per cambiare la cinghia ti sostituivano anche il motorino d'avviamento con uno malandato. Così tra 6 mesi eri costretto a tornare per un difetto del motorino. In quella circostanza ti rimettevano il tuo stesso motorino di prima ma nel frattempo ti scambiavano la pompa o qualche altro pezzo. Dopo tanti interventi saresti rimasto contento della bravura e dell'efficienza di quel meccanico. Lo avresti raccomandato a chiunque.

Spesso penso che questi psicologi consigliano il ghosting per avere ulteriore lavoro per loro. Una coppia unita non garantisce delle sedute.

In web ho trovato questa testimonianza: 
"Io stesso, prima di diventare un esperto di ghosting attivo, sono stato un esperto di ghosting passivo. Quando ero piccolo mio padre mi prometteva che sarebbe venuto a prendermi per portarmi in posti nuovi ed entusiasmanti – i miei si sono separati un paio d’anni dopo la mia nascita – ma spesso non si presentava agli appuntamenti, senza nemmeno avvisarmi. Restavo in attesa, per ore, vicino al telefono che non squillava. Le sue sparizioni non sono mai state accompagnate da una spiegazione, e lui ricompariva magari dopo una settimana o due, come se nulla fosse".
Rimanere in contatto con gli altri è molto importante per il nostro istinto di sopravvivenza: il nostro cervello ha un sistema di monitoraggio sociale (SSM) che controlla l’ambiente per capire come reagire alle situazioni che coinvolgono gli altri e il ghosting priva proprio di questi segnali. Quando l’autostima collassa, si soffre molto di più di fronte a una separazione, perché si è visto che il corpo produce meno endorfine, le quali aiuterebbero a sentire meno il dolore della perdita. Il ghosting fa sì che la persona che ne è vittima impieghi più tempo per superare la separazione: nel silenzio immotivato reagire e andare avanti può essere praticamente impossibile. Il ghosting, dunque, è una forma di abuso emotivo da parte di chi lo pratica. È una forma di violenza.


Sparire all’improvviso è la dimostrazione della propria inadeguatezza e della propria fragilità.

Fare ghosting è un modo di gestire i problemi che nasconde una grande immaturità psicologica. Chi interrompe una relazione sentendo di non potersi permettere di rendere conto di quello che fa, facilmente si porta dietro un miscuglio di sentimenti malsani. Senso di colpa, paura, convinzione di non sapere gestire il dolore, mancanza di autonomia, per non parlare del fatto che lasciarsi alle spalle una marea di conti in sospeso non è geniale neanche se si volesse guardare solo al proprio  tornaconto.

Confronarsi, mettersi in discussione, anche attraverso la possibilità di essere rifiutati, è un modo per migliorarsi, crescere e rafforzare la propria identità, e con un’identità forte non si può sparire.

Prima o poi una situazione che ci priva del mantello dell’invisibilità capita a tutti. E a quel punto il rischio di ritrovarsi come i molluschi senza la conchiglia è altissimo. Non tutti i problemi si lasciano annullare dalle nostre sparizioni.

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