15 agosto 2018

La società è fatta di ponti

In questo periodo in Italia si parla soltanto di ponti.
Ponte per il ferragosto, ponte Morandi, ponti tra paesi, ponti tra etnie, ponti tra persone ecc.
Perché "ponte" significa collegamento, unione, comunicazione e accettazione.
La società è fatta di ponti. Senza di essi non ci sarebbe alcuna società. Costruiamo ponti sociali per non rimanere isolati.



E perché le relazioni durino serve fare la manutenzione periodicamente. Se non curi i tuoi ponti, un giorno crolleranno. Come il ponte Morandi a Genova. Una tragedia, tante vite spente soltanto perché ne facevano uso di questo collegamento. Dopo i fatti gran parte delle persone si improvvisano ingegneri e architetti. Altri invece preferiscono improvvisarsi assessori o giudici. Tutti con l'unica intenzione: condannare qualcuno. Ma dei propri ponti chi ne è responsabile? Com'è possibile, avendo tutte queste conoscenze in materia di ponti, che i propri legami si rompano? Con tutti questi esperti di ponti come possono esserci ovunque le separazioni coniugali, le liti condominiali, i conflitti al lavoro e l'odio razziale?
Purtroppo va di moda non curare i legami:
- Il marito? Non ti manca nessuna metà.
- La famiglia? Ognuno per sé.
- Il vicino? Ha di buono solo l'erba.
- Le amicizie? Ci rimetti.
- Il lavoro? Non sono mica uno schiavo.
- Extracomunitari? Sono la mia rovina.
- Il meridione? Una piaga.

"Meglio soli che mal accompagnati" dice un proverbio. Il ché non significa "meglio soli".
Molti ponti crollano perché non li curiamo, ma altri invece li demoliamo noi stessi. Dov'erano questi esperti quando la maggioranza era favorevole a lasciare morire in mare gli immigrati? Il ponte con l'Africa viene addirittura minato intenzionalmente. E chi ci transita paga con la vita. Quanto vale una vita dalla pelle nera per questi giudici e assessori?

Il crollo di un ponte è una tragedia. Per chi transita e per chi vive sotto. E sotto ci vive parecchia gente. Sono quelli ai quali il sistema ha tolto tutto. Sono quelli che la società ha emarginato. Per loro il ponte è un rifugio.
Il mio primo pensiero va alle vittime del crollo del ponte Morandi. Come si fa a non provare dispiacere e dolore per quelle vittime innocenti?
Penso anche a quanti extracomunitari pagano con la propria vita la costruzione di un ponte tra civiltà.

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