5 giugno 2017

La sottile linea tra sogno e capriccio

Già da piccolo ho cercato di comprendere che cos'è un sogno.
E mi viene in mente sempre la solita domanda che gli adulti pongono ad un bambino: "che cosa vuoi diventare da grande?".
Non ho mai sentito un bambino rispondere: "lo spazzino", "il disoccupato", "cameriere ai piani", "donna delle pulizie" oppure "operaio stagionale".
Eppure è la realtà. I laureati si accontentano pure di un lavoro manuale. Eppure hanno studiato. Avevano sognato altro. Ma da piccoli non avevano una visione ampia dei meccanismi di questa società. Molti continuano ad investire nel proprio sogno, non perché non abbiano già qualcosa ma perché quel qualcosa non era il loro sogno. E investono tutto quello che hanno dimenticando che quello che hanno è già una ricchezza, è il frutto della loro vita. L'articolo "Catena di sbagli" ne parla di questa perseveranza nell'errore travestito da sogno.
Non fraintendetemi, non ritengo sbagliato impegnarsi per il meglio. Ciò che ritengo sbagliato è l'investimento di tutto ciò che si è costruito in cambio di un sogno ancora astratto.

Perché?
Forse perché non si è contenti di ciò che si è? Tutto ciò che è stato raggiunto è un fallimento? Vuoi convincerti ad ogni costo che la vita trascorsa è stata una perdita di tempo?
Essere contenti è uno status e porta benessere. Si può essere ambiziosi di migliorare. Ma nessuna ambizione può maturare su una base deprimente.
Ciò che abbiamo raggiunto ha avuto un prezzo, è stato frutto delle nostre scelte e del nostro impegno.
La nostra situazione è stata maturata anche in mezzo agli errori e le difficoltà, e potrebbe sempre essere migliorata. Invece oggi la maggior parte delle persone vorrebbe annullare il passato. Si insegna pure come annullare tutto. Eppure di insegnamento il passato ne ha da vendere. Ogni situazione si può migliorare, tutto si può aggiustare. Invece si preferisce incominciare un nuovo percorso senza la minima garanzia sia privo degli stessi errori.
A me tutto questo assomiglia ad un tecnico approssimativo che ad ogni problema ha la stessa soluzione: cambiare.
"Scusi, come si può aggiustare la cerniera della porta?".
"Cambi la porta signora".
"Alla TV appare la scritta: nessun segnale".
"Deve cambiare la TV signora".
Mio marito torna sempre tardi dal lavoro".
"Deve cambiare marito signora".
"Ho un po' di mal di testa, cambio pure quella?"
Viviamo in una società nella quale pure la vita è un "usa e getta", preferiamo il nuovo modello. Perché?
Forse perché non si tratta di sogni ma di desideri. Quando un desiderio non viene accontentato diventa capriccio. È proprio questo il punto. Spesso ciò che definiamo "sogni" sono invece dei capricci.
Mi viene in mente il "sogno" di Eva nel giardino di Eden:
"Il frutto era desiderabile"

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