24 maggio 2020

Quando perdi qualcuno non è come quando perdi qualcosa. Le persone che non ci sono non hanno un posto. Non puoi ripercorrere il percorso fatto fino a quel punto per ritrovarle. Nessuno può’ restituirti quella persona e nemmeno risarcirti il tempo che perderai provando a distrarti. Avevo quattordici anni e nessuno mi aveva spiegato che a volte non si ha il cuore per farlo. Che ricominciare non inizia in un luogo o con una presa di posizione, che quando avrai voglia di provarci, penserai “Non cambierà niente” e abbasserai gli occhi cambiando direzione. Provavo fortissime emozioni ma avevo disimparato la capacità di esprimerle. Mi capitava raramente di urlare, piangere o perdere il controllo come tutti gli altri. Per me era sufficiente constatare in silenzio ogni cosa. Sentivo solo le finestre che si aprivano per curiosare chi c’era quando camminavo la notte. Parlarsi al telefono, nonostante ci raccontassimo tutto era più un modo per dirsi “Non ti ho ancora dimenticato “. Non ringrazierò mai ciò che non mi ha ucciso, ciò che avrebbe dovuto fortificarmi. Debole, ma con meno mancanze, avrei scelto se avessi potuto. Per una volta avevo creduto che sarebbe stato facile ma mi ero sbagliato. Noi non eravamo la strada e né i marciapiedi del nostro quartiere quando fuori pioveva.
Noi eravamo la pioggia , le gocce che il giorno dopo non c’erano più.
 

Tratto da - Non ho mai avuto la mia età.

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