12 gennaio 2020

Cambiare il proprio modo di pensare

Sotto un lampione c’è un ubriaco che sta cercando qualcosa.
Si avvicina un poliziotto e gli chiede che cosa abbia perduto.
"La mia chiave," risponde l’uomo, ed entrambi si mettono a cercarla.
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Dopo aver guardato a lungo, il poliziotto chiede all’uomo ubriaco se è proprio sicuro di averla persa lì.
L’altro risponde:
"No, non l'ho persa qui, ma là dietro. Solo che là è troppo buio."
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Questa bizzarra storia è conosciuta come "Il Paradosso del Lampione" ed è citata dallo psicologo Paul Watzlawick nel suo celebre libro “Istruzioni per rendersi infelici”.
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Quando dobbiamo affrontare i problemi di tutti i giorni siamo prigionieri dei "lampioni" che abbiamo nella nostra mente.
Vuol dire che tendiamo a cercare le soluzioni ai nuovi problemi sempre nello stesso modo e mai oltre la zona illuminata dal nostro lampione, perché non osiamo fare un passo verso il buio, cioè verso terreni inesplorati della nostra mente, perché è più comodo.
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Tuttavia, è così che alcune persone restano "incastrate" nella loro vita per anni a causa degli stessi problemi irrisolti.
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La verità è che i problemi non sono mai uguali tra loro e spesso basta solamente cambiare il nostro modo di pensare per trovare la giusta soluzione a qualsiasi cosa.
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Per dimostrarvelo, abbiamo organizzato un laboratorio al Festival Psicologia 2018 che si rivelerà molto utile per tutte quelle persone che ritengono che la loro vita si sia "incastrata" a causa di alcuni problemi apparentemente insormontabili.
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Presso uno dei 20 stand del Festival, i visitatori potranno sottoporsi al test de "I Tre Cerchi d'Influenza", sotto la guida di esperti psicologi.
Questo strumento ha come obiettivo quello di riuscire ad individuare i propri problemi osservandoli da un'altra prospettiva e di definire con esattezza almeno un obiettivo di miglioramento della propria vita e come raggiungerlo.
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[ COME FUNZIONA? ]
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Lo psicologo chiede alla persona che decide di sottoporsi al test di raccontare le difficoltà della propria vita, o almeno quelle che lui percepisce come tali.
Queste difficoltà possono riguardare qualsiasi cosa: problemi al lavoro, difficoltà nelle relazioni con il partner, incomprensioni con gli amici, ecc.
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Successivamente, lo psicologo e il partecipante ragionano insieme per individuare con esattezza i problemi e soprattutto le aree di influenza su cui lavorare, per poi stabilire dei precisi obiettivi da seguire.
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In poche parole, chi è in cerca d'ispirazione o di una strategia vincente, troverà l'aiuto di un esperto pronto a confrontarsi con lui.
Grazie alla Psicologia è possibile acquisire il coraggio di cercare la chiave anche dove non arriva la luce del lampione.
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Ci vediamo al Festival Psicologia 2018 per sperimentare insieme tanti altri test e laboratori psicologici 😉
8 - 9 Giugno (10:00 - 22:00) presso il Teatro India (Roma).  Ingresso libero e gratuito.

6 gennaio 2020

Si raccoglie ciò che si semina

Raccontato da chi ha festeggiato molto innamorato le sue nozze d’oro.
Di recente sono rimasto vedovo dopo poco più di cinquant’anni di matrimonio. Non sono triste ma grato, e non penso di cadere nellanostalgia.
Mia moglie vive in un’altra dimensione con una realtà più bella di quella che i miei sensi apprezzano oggi, e aspetto solo il felice incontro con lei dopo qualche altro breve e dolce anno qui sulla Terra accanto ai miei cari.
Mia nipote, che recentemente si è fidanzata, è venuta a trovarmi in questi giorni, e il suo motto in queste occasioni è “Caffè, biscotti e una bella chiacchierata”.
Fin da bambina ama fare domande: “Nonno, perché questo è così? E perché quest’altro è in quest’altro modo?”
Questa volta mi ha detto molto seriamente: “Nonno, raccontami di quando tu e la nonna eravate fidanzati”. Guardandomi intensamente ha aggiunto: “Come vi siete innamorati, e come avete mantenuto il vostro amore per tanto tempo?”.
Mi chiedeva di parlarle dell’amore vero e positivo, e ho iniziato a dirle che sua nonna ed io avevamo ovviamente dei difetti quando ci siamo conosciuti. Alcuni sono scomparsi col tempo, altri li abbiamo controllati e altri semplicemente sono sempre stati presenti nella nostra vita.
Abbiamo imparato ad amarci con tutti i nostri difetti, e anche attraverso di essi, perché ci hanno richiesto il contrappeso delle virtù dell’altro per sopportarci e aiutarci.
Le ho anche detto che le nostre caratteristiche fisiche, la nostra intelligenza e la nostra volontà si sono indebolite col tempo, ma che il nostro amore ha continuato a gettare radici sempre più profonde.
Tutto è iniziato durante il fidanzamento, quando i nostri ormoni, le emozioni, i sentimenti e le ragioni contenevano l’essenza del nostro innamoramento. È stata tuttavia la nostra decisione di interiorizzarli ad aver reso possibile l’amore vero.
Con romanticismo ma con i piedi per terra abbiamo seminato in quella tappa ciò che avremmo raccolto durante il nostro matrimonio: amore, purezza, tenerezza, lealtà e tanti altri sentimenti che ci hanno uniti intimamente con un amore per sempre.
E allora non abbiamo avuto bisogno di pensarci tanto per decidere di sposarci, perché contavamo sulla trasparenza del nostro essere personale, che ci dava la certezza che:
  • Potevamo lasciar vedere i nostri difetti e i nostri limiti, senza complessi né artifici.
  • Eravamo illimitatamente liberi.
  • Eravamo decisi ad essere l’uno il bene più grande dell’altro.
Mia nipote mi ascoltava con grande serietà quando le ho detto convinto che il fallimento di tanti matrimoni si potrebbe evitare se si apprezzasse in modo corretto il fatto che sposarsi è un atto pieno di libertà e che si basa su una conoscenza più personale che razionale.
Che una persona non si sposa con un sorriso raggiante o con una bella capigliatura, con un fisico scattante o un’intelligenza brillante, o con questo o quel temperamento… Tutte queste cose di cui la persona dispone sono soggette alla contingenza del momento. Domani chissà…
Ci si sposa con una persona, e questa non viene misurata né dal tempo né dalle circostanze, ed è per questo che l’amore personale non passa mai.
Nel fidanzamento si tratta di aguzzare l’ingegno per intuire l’essere personale unico e irripetibile dell’altro, e non solo per calibrare maggiormente gli aspetti naturali e comuni che possono avere anche tante altre persone.
Per questo prima di sposarsi è molto importante avere tempo sufficiente per conoscere meglio tutto ciò che una persona ha o di cui non dispone. È necessario conoscere la persona com’è.
Ci sono realtà molto diverse che alcuni scoprono prima, altri poco dopo e altri ancora purtroppo troppo tardi o addirittura mai.
Esistono due manifestazioni molto importanti che possono essere un indizio del fatto che il matrimonio può essere una buona opzione:
  • A livello di intelligenza e volontà: la crescita progressiva nelle virtù, soprattutto quelle che si riferiscono all’amicizia mentre i due sono fidanzati.
  • A livello personale: che entrambi permettano di conoscersi a poco a poco come le persone che sono e sono chiamate ad essere se si vive nella verità.
Nel caso in cui questo non succeda, è meglio non sposarsi.
Mia nipote ha abbozzato un sorriso. È una ragazza intelligente e ha concordato su tutto. Spero e prego Dio che abbia incontrato una persona che la merita.
È stato un pomeriggio a base di caffè, biscotti e una bella chiacchierata.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

3 gennaio 2020

Forse conoscete la nota poesia in romanesco di Trilussa, che se io mangio due polli arrosto e tu 0, per la statistica in media ne abbiamo mangiati uno a testa. Oppure la barzelletta con tre arcieri a una gara, il primo manca il bersaglio scoccando mezzo metro a sinistra, il secondo lo manca scoccando mezzo metro a destra e il terzo, uno statistico, esclama "centrato!"

Scott Adams disse che 63 statistiche su 100 sono inventate. Compresa questa.

Battute innocue, in fondo, solo per strapparsi una risata prima di tornare a lavorare e pensare a cose serie?

Proviamo a fare qualche esempio più grosso.

Un'azienda abbassa i salari del 30%, giustificandosi con la crisi economica. Dopo proteste li rialza sempre del 30%, dicendo che ha ristabilito la situazione precedente e che ci tiene ai lavoratori. La stampa loda il datore di lavoro magnanimo. Ma sono percentuali che si riferiscono a cifre differenti. Se il salario è facciamo 100€, abbassarlo del 30% lo porta a 70€. Il 30% di 70 è 21, quindi gli impiegati alla fine si ritrovano con 91€ in busta paga e devono ringraziare il direttore per la comprensione. 

Una pubblicità loda le proprietà terapeutiche di un dentifricio. Test clinici su volontari rivelano che ha ridotto le carie del 23% in meno rispetto ai prodotti di altre marche. Una noticina in piccolo scrive che i test sono stati effettuati su di un campione di 12 persone. Prima di aprire il portafoglio, siamo sicuri che il numero uscito da un campione così piccolo sia affidabile e non dovuto al caso? Lo stesso per numerosi integratori, cosmetici se non farmaci di cui vengono pubblicizzate le presunte proprietà.
Se io lanciassi una moneta 10 volte, mi aspetto che il 50% delle volte esca testa, ma per puro caso può anche uscire 6, 7 o addirittura 8 volte. Potrei allora pubblicizzare il mio metodo per "dimostrare scientificamente" che lanciando una moneta viene testa l'80% dei casi?

"Mentire con le statistiche" di Darrell Huff illustra con chiarezza e senza banalizzare varie casistiche, dall'uso ingannevole di grafici a come si può giocare con i numeri o la dialettica per trasmettere il messaggio che si vuole, passando per errori di correlazione, mediane, percentili, bias, percezioni falsate e differenti risultati dei sondaggi a seconda di come si formulano le domande. Tramite numerosi esempi, anche realmente accaduti, che spaziano tra scienza, economia, politica e società, il libro si rivela utile sia per profani che per accademici.

Huff mette in guardia dal non cadere nell'eccesso opposto e rifiutare la statistica per timore di inganni: per lui, conclude, è altrettanto insensato rifiutare arbitrariamente i metodi statistici. Sarebbe come rifiutarsi di leggere perché talvolta chi scrive usa parole per nascondere fatti e correlazioni anziché rivelarle. La statistica è uno strumento. In quanto tale bisogna saperlo maneggiare nel modo giusto e adoperare per le situazioni adatte. Non bisogna vedere chiodi ovunque solo perché si impugna un martello.

10 luglio 2019

God's strategy

Un uomo andò dal padre e gli disse:
“Non sopporto più mia moglie, voglio ucciderla, ma ho paura che venga scoperto. Puoi aiutarmi?”

“Certo”, rispose il padre, che aggiunse: “C’è un problema. Devi fare in modo che nessuno sospetti di te”.

“Come farò allora?”, chiese il figlio.

“Dovrai prenderti cura di lei, essere gentile, grato, paziente, amorevole, meno egoista, darle maggior ascolto e attenzione”. Poi consegnandogli un flaconcino aggiunse: “Ogni giorno le darai un po’ di questo veleno nel cibo. Così morirà lentamente”.


7 luglio 2019

Non lo farei mai

"Io non lo farei mai..."

Lui aveva parcheggiato davanti al tabacchino lasciando l'auto accesa per fare andare il climatizzatore. All'uscita dal tabaccaio vide la sua auto andare via. Qualcuno se ne era impossessato.

"È un furto, non si prende l'auto altrui... siamo circondati da ladri..."
Dopo lo sfogo iniziale il discorso prosegui con "l'occasione fa l'uomo ladro... No, il ladro vede l'occasione ovunque... Noi onesti siamo in pochi... Io non lo farei mai!"

1 luglio 2019

Non fate silenzio

Non so se ci avete mai pensato ma credo che la vostra prossima auto potrebbe essere elettrica.


Quello delle auto elettriche è un mercato in espansione, diciamolo ci piacciono per il fatto che "o mangi la minestra, o salti dalla finestra". Anche se mettere il salto dalla finestra come alternativa mi sembra un po' "ad cazzum". Per quale motivo poi? Le auto elettriche sono piacevoli. Niente produce adrenalina quanto il brivido dell'autonomia e la paura di non trovare una torre di ricarica.

29 giugno 2019

Perché non ci piace la figura che facciamo?

Se mi chiedono com'è l'Italia, rispondo che è un paese bellissimo ma la gente è un pochino strana.


Strana perché accettano chi si lamenta della pioggia mentre altri vengono buttati per strada. Ma nel frattempo abbandonare un cane è reato.
Strana perché viene definito normale scappare dai 45°C ma non si accoglie chi scappa dalla guerra.
Strana perché diventare diversamente abile è una meta per molti ma si rifiutano i mutilati dalla mafia dei diamanti.
Strana perché la differenza tra il buono e il cattivo sta nella melanina.
Strana perché stanno bene da soli ma la solitudine li deprime.
Strana perché per ogni sentimento inventano una professione e allora... tutto quanto è solo questione di soldi.
E a questo punto si combatte la famiglia tradizionale, si nega la gravidanza, ci si accoppia tra maschi, si noleggiano i bambini strappandoli ai veri genitori.

Strana perché... chi la pensa come me viene definito strano

24 giugno 2019

Un caffè al giorno

Ho letto alcuni post di battute, spesso volgari, nei confronti dei call center che a dire il vero... stressano parecchio con offerte per conto di vari operatori.
Molti leoni da tastiera, con la stessa cattiveria che distruggono il proprio divano per 24 ore di fila, si vantano di avere preso in giro il loro interlocutore.
Ma perché sfottere? Un semplice "no" non sarebbe sufficiente?



E mi venne in mente una telefonata:
"Buongiorno Alfons, sono Gisella..."
"Buongiorno Gisella, come stai? Hai cambiato numero?"